Il fine settimana del XVIII Festival dell'Economia ruota attorno al futuro. Futuro remoto e futuro prossimo. Da un lato si discute di grandi temi come gli scenari geopolitici e il futuro ruolo della Cina o l'intelligenza artificiale e la sua applicazione all'economia e agli investimenti. Dall'altro però irrompono temi anche più legati all'attualità come ad esempio la gestione difficile del PNRR o il peso dell'inflazione che sta impattando sui consumi come già sta avvenendo in Germania. E la Germania da qui, da Trento, non è poi così distante. "Penso che l'Italia abbia delle ottime prospettive di crescita intorno al 1%-1,2%. Quest'anno rispetto alla Germania abbiamo il vantaggio di un turismo che va benissimo, del mondo delle costruzioni grazie anche a incentivi molto generosi e poi non dobbiamo dimenticare la maggiore competitività delle imprese italiane che, pensate, dal 2006 al 2022 hanno investito in macchinari e in Information Communication Technology molto di più della Germania". "La Cina sostanzialmente in questo momento dobbiamo ricordare che è ancora protagonista del 40% della crescita del prodotto interno lordo mondiale. In questo senso è un attore imprescindibile. Chiaramente sul fronte tecnologico vi è in atto un significativo confronto tra Cina e Stati Uniti e questo confronto tecnologico riguarda intelligenza artificiale, semiconduttori e quant'altro. Però onestamente l'aspetto che sta emergendo nei lavori di questi giorni è che il disaccoppiamento tra Cina e Stati Uniti è sostanzialmente impossibile". Il Nobel dell'economia Stiglitz ruba la scena criticando aspramente l'Italia per le difficoltà sul fronte recovery. La maggioranza degli esperti presenti in Trentino non è però così pessimista.