Sta per rimettersi in moto la riscossione dei vecchi debiti con il fisco, ferma da marzo 2020, cioè da quando il Governo, tra le misure per sostenere il Paese chiuso per lockdown, decise il blocco delle cartelle esattoriali. Di proroga in proroga il blocco è arrivato al 31 agosto. Dal primo settembre, salvo ulteriori slittamenti dell'ultim'ora che però vengono ritenuti improbabili, l'Agenzia delle Entrate ricomincerà a inviare, seppure in maniera graduale scaglionata nel tempo, decine di milioni di avvisi di pagamento, partendo dai debiti più vecchi. Sempre dal primo settembre tornano anche pignoramenti e ganasce fiscali, mentre i pagamenti della rottamazione sono già ripartiti a luglio e andranno avanti, con diverse scadenze, fino a novembre. Nel frattempo il numero delle cartelle esattoriali si sta un po' riducendo. A luglio è diventato operativo il mini-condono inserito nel Decreto Sostegni. A essere stralciate, entro ottobre, le cartelle fino a €5.000 emesse tra il 2000 e il 2010 di chi ha redditi entro i €30.000. Si tratta di circa 15 milioni di pratiche. Ma molte di più sono quelle che rimangono. Il cosiddetto magazzino dei vecchi debiti con il fisco, quelli dal 2000 al 2020, è una montagna che ammonta a quasi mille miliardi di euro. Soldi che il fisco negli anni non è riuscito a recuperare e che la stessa Agenzia delle Entrate considera ormai, per la stragrande maggioranza, perduti perché relativi a contribuenti falliti, a nullatenenti o deceduti o perché aveva già tentato di recuperare i soldi senza riuscirci.