È dall'8 marzo del 2020 che l'Agenzia delle Entrate non invia agli italiani cartelle esattoriali e che non procede con altri atti come pignoramenti e ganasce fiscali. Questa tregua fiscale è stato uno dei primi atti decisi dal Governo all'inizio della pandemia, contestualmente alle restrizioni imposte per arginare il virus. Ora il blocco sta per finire, dal primo settembre riprende l'invio delle richieste nei confronti di chi non ha ancora saldato i propri debiti con il Fisco. In attesa di essere inviate ci sono circa 25 milioni di pratiche. L'Agenzia delle Entrate però fa sapere che le notifiche avverranno in modo graduale, da qui a dicembre ad esempio saranno spedite solo 4 milioni di cartelle, spalmate sui 4 mesi che restano alla fine dell'anno. Si tratta di atti precedenti all'inizio della pandemia. L'ipotesi è di scaglionare le cartelle congelate nell'arco di due anni. E se il blocco delle cartelle scade alla fine del mese ci sono alcuni adempimenti che sono già ripresi, ad esempio il pagamento delle rate della rottamazione-ter, ripartito a luglio. Entro il 31 agosto andrà saldata la rata scaduta a maggio 2020. L'Agenzia delle Entrate Riscossione ha dato la possibilità di pagare le rate scadute nel 2020 scaglionando i versamenti tra luglio e ottobre di quest'anno, mentre entro il 30 novembre andrà effettuato il pagamento di tutte le rate del 2021. Nel frattempo è allo studio una riforma della riscossione per superare i problemi che hanno portato all'accumularsi di 1.000 miliardi di crediti che la stessa Amministrazione Fiscale considera per la maggior parte irrecuperabili. Da una parte dovrebbero arrivare controlli più puntuali, ad esempio tramite un accesso massivo all'anagrafe dei conti correnti, e dall'altra la cancellazione automatica dei crediti che il Fisco non riesce a riscuotere dopo un certo numero di anni.