Le tensioni commerciali e geopolitiche sono intensificate. Continueremo ad affrontare questi rischi ed esser pronti ad ulteriori azioni. È questo, in sintesi, ciò che emerge dal comunicato finale del G20 di Fukuoka, in Giappone, a cui hanno partecipato i Ministri finanziari e i governatori delle banche dei paesi più industrializzati del mondo. Si assiste ad una stabilizzazione della crescita globale che sta anche moderatamente aumentando e continuerà a farlo, si prevede anche nel 2019 e nel 2020. La crescita rimane però bassa e i rischi restano orientati verso un rallentamento. Ovviamente la parte del Leone nelle discussioni del meeting è stata la grande preoccupazione sulle possibili incognite che la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina avrebbe a livello mondiale, ma il riferimento alla necessità di risolvere le tensioni nel commercio, viene eliminato da un comunicato finale del summit. Trionfa dunque la linea di Washington, il G20 abdica nell'impegnare gli Stati Uniti per una pace nella guerra commerciale. Tutti i paesi partecipanti al meeting hanno chiesto alle due superpotenze di ridurre le tensioni, spingendo affinché si faccia tutto il possibile per evitare uno scontro che sicuramente avrebbe un profondo impatto negativo e probabilmente duraturo sulla crescita. Archiviate le paure sulla questione dazi tra Usa e Messico ormai risolta, il G20 trova una flebile convergenza dei paesi partecipanti sull'altra questione aperta: la tassazione ai giganti dell'hi-tech. Il G20 si impegna infatti a raddoppiare, entro il prossimo anno, gli impegni per arrivare a tassare tutte le grandi multinazionali digitali non più sulla presenza fisica delle loro sedi, ma in base a dove registrano le loro entrate.