"Io credo che, sperando che non ci sia un inverno pazzescamente freddo, non mi pare che ci avviamo ad uno scenario tremendo. La cosa un po' più preoccupante, onestamente, è il costo dell'energia e l'inflazione che provoca." Per Roberto Cingolani, anche se la Russia chiuderà i rubinetti, l'Italia avrà gas sufficiente per superare i mesi più freddi e arrivare alla prossima primavera. La rassicurazione del Ministro della Transizione Ecologica, si basa su un piano fondato su risparmio energetico, riempimento delle riserve, forniture alternative a quelle di Mosca, da cui prima della guerra in Ucraina, compravamo il 40% del metano e dalla quale potremo essere indipendenti non prima di 2 anni. Dalla seconda metà del 2024, spiega Cingolani, si potrà fare a meno della Russia, ma fino ad allora bisognerà insistere ed è questo il lascito del Ministro del Governo dimissionario, su quanto fatto finora. Non si vedono all'orizzonte razionamento drastici con stop all'industria, ma un piano graduale basato su fonti rinnovabili, efficienza energetica, sviluppo del biometano e produzione di energia col carbone. Si mette sul tavolo anche la riduzione dei riscaldamenti di un grado e di un'ora al giorno in casa e uffici, ma non c'è un provvedimento al momento. Assieme a questi risparmi, che rispettano il recente accordo europeo, si potrà contare sui nuovi contratti per l'import via tubo da Algeria e Azerbaijan, e via nave, per il quale serve agire in fretta, dice Cingolani, per rendere operativi altri 2 rigassificatori, oltre ai 3 esistenti. Altro punto chiave, quello degli stoccaggi: le riserve sono piena al 71,7% e aggiunge i Ministro, bisogna raggiungere l'obiettivo del 90% entro ottobre e andare anche oltre. Sui costi alle stelle del gas, infine Cingolani auspica che si arrivi a un'intesa a Bruxelles per concordare un tetto ai prezzi: "Io trovo che il Price-cap, sia l'unica soluzione, etica, in questo momento a livello europeo, per dare una mano a tutti, mettere tutti alla pari.".























