Cos'è cambiato davvero, dopo il temuto decreto di Putin sul pagamento del gas in rubli? Per il momento nulla, o quasi. La svolta annunciata da Mosca per il 1 aprile: pagate in valuta russa o chiudiamo i rubinetti, si è risolta finora in un marketing politico, che non preoccupa il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. Se ci fossero elementi, adesso non ancora chiari, che andassero contro le sanzioni, le cose si potrebbero complicare, ha spiegato Cingolani, però al momento non sembra essere così. Il meccanismo in soldoni è che presso Gazprombank, il braccio finanziario del gigante Gazprom esentato da sanzioni, le società occidentali aprono due conti: uno in euro o dollari e l'altro in rubli. Pagano in euro o dollari e poi Gazprombank, cambia questi soldi in rubli e li mette sul secondo conto. A questo punto, l'importatore dà l'ok per il pagamento. L'escamotage consente alle società occidentali, di non dover comprare rubli, altrimenti violerebbero le sanzioni, e a Putin di poter dire ai russi che incassa in rubli, proprio come aveva intimato. Peraltro, con un apprezzamento della valuta, visto che ne fa aumentare la richiesta sui mercati valutari. Lo scopo a lungo termine dello zar, secondo gli esperti, sarebbe proprio quello di imporre il rublo come valuta di riferimento del gas, come ad esempio il dollaro lo è per il petrolio, iniziando a scardinare il ruolo egemone della valuta americana nel mondo. Scenari futuribili. Restando sull'oggi, lo stop alle forniture era quindi un bluff? Se fosse interrotto oggi il gas, spiega Cingolani, non avremmo grossi problemi per i mesi estivi, dovremo essere molto attenti agli stoccaggi, cioè alle riserve per il prossimo inverno, ma stiamo lavorando con ampio anticipo, assicura, e stiamo lavorando in maniera serrata per siglare in tempi brevissimi, contratti con altri Paesi che possano sostituire il gas che importiamo ogni anno dalla Russia. Non tutto rimpiazzabile entro l'autunno, quindi col rischio di dover cambiare abitudini. Leggi: ridurre i consumi, l'inverno prossimo.