E sì, è una questione fondamentale questa, perché ricordiamoci l'Italia ha promesso 10 anni fa di raggiungere il 2% di spesa per la difesa. Vediamole allora le dichiarazioni del Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti che, chi meglio di lui conosce l'entità della spesa pubblica. Il 9 aprile: "Riteniamo in base ai nostri criteri di contabilizzazione di essere in linea con la richiesta del 2%." Sarebbe una notizia molto importante evidentemente, visto che secondo la Nato siamo sotto. Attenzione, poi è arrivata un'altra dichiarazione del 17 aprile: "Già da quest'anno saremo in grado di raggiungere l'obiettivo del 2% del PIL", che in qualche modo, va un po' a modificare forse la posizione del Ministro perché dice che saremo in grado di raggiungere, non che ci siamo già, forse servono dei soldi in più. Secondo i conti che si possono fare, sulla base della contabilità pubblica, oggi siamo a 33 miliardi e mezzo di spesa per la difesa per arrivare al 2% servono oltre che 10 miliardi in più all'anno, sono mezza manovra di bilancio, se volessimo arrivare al 3% sono 66, se volessimo arrivare al 5% sono oltre 100 miliardi di euro. Oggi come siamo messi? Siamo in fondo alla classifica dei paesi NATO, 1,5% di spesa per la difesa, dietro di noi c'è solo la Spagna, il Belgio e il Portogallo, quasi tutti gli altri sono sopra quel 2%, secondo cui siamo sotto, anche secondo il Ministero della Difesa, che ogni anno pubblica un suo documento, secondo cui siamo attorno all'1,49-1,44%. Allora Andiamo a vedere questo tema di contabilità nazionale che non è solo un tema tecnico di lana caprina perché se bisogna raggiungere un obiettivo e quell'obiettivo è il 2%, bisogna capire cosa ci si mette dentro quel 2%. Secondo la NATO siamo all'1,49% di spesa, anche secondo il Governo, secondo l'Unione Europea spendiamo pure meno l'1,2%, perché? Per esempio l'Unione Europea non include le spese legate alla Guardia Costiera oppure alle missioni internazionali dei Carabinieri che sono sedi militari, ma hanno una funzione chiaramente diversa rispetto all'Esercito, l'Aeronautica e la Marina, oppure non include le pensioni dei militari che invece la Nato include in qualche modo, quindi ci dà un vantaggio in qualche modo, anche perché ricordiamolo l'Italia è quel Paese della NATO che spende di più in percentuale per il personale in cui ci sono proprio anche, le spese delle pensioni, perché? Perché avendo una spesa più piccola degli altri, con le spese fisse, i 160mila o poco meno militari che sono in servizio in Italia, beh ovviamente bisogna pagargli lo stipendio e poi le pensioni. Insomma, tutto questo per spiegare è un tema molto complicato, ma è fondamentale per riuscire a capire come si raggiunge quel 2% che Meloni ha promesso al presidente americano. A te. .