Il quarantesimo Convegno dei Giovani Industriali è l'occasione per la presidente, Maria Anghileri, di chiedere al paese un cambio di passo, addirittura di ritmo, come dice il titolo della convention caprese. L'Italia oggi è ancora lenta, dice la presidente, in 40 anni ci sono stati miglioramenti significativi, ma dopo anni di crescita 0, diciamo basta. "Per noi è fondamentale una manovra che rilanci la crescita, facendo ripartire soprattutto gli investimenti. Da qui a fine anno scadranno delle misure per noi fondamentali come il piano 4.0, come il credito di imposta sulla ricerca e sviluppo, come la ZES unica che ha rilanciato un territorio meraviglioso, che ci ospita da 40 anni, che è il Mezzogiorno. Abbiamo chiesto che le semplificazioni possano essere per tutte le imprese, in tutto il territorio". Nel suo discorso poi l'invito a tutte le forze politiche di introdurre uno Youth Deal che abbatta il carico fiscale, burocratico e amministrativo sui giovani under 35 e contestualmente vari un pacchetto di misure fatte di incentivi fiscali, semplificazioni e prestiti agevolati. La numero uno dei giovani industriali chiede di potenziare l'accesso al credito, sottolineando come sia arrivato il tempo di creare una linea a garanzia giovani creando dentro il fondo di garanzia per le PMI una sezione speciale per le imprese guidate dai giovani con condizioni agevolate. In questo quadro è necessario rafforzare la previdenza complementare, migliorandone l'accessibilità e rendendola più vantaggiosa per lavoratori e imprese. "Ho già provveduto ad abrogare il 28% dello stock normativo oggi vigente e ci sono altri provvedimenti che stanno andando in porto in Parlamento. Per quello che riguarda i giovani c'è un principio nuovo che ho introdotto che è quello della VIG, la valutazione di impatto generazionale. Il legislatore quando norma dovrà dire quelli che sono i riflessi della normativa sui giovani e sulle future generazioni". Scriviamo insieme al governo e parti sociali una nuova promessa di futuro, dice Anghileri, perché mentre l'Europa si danneggia da sola con Global Minimum Tax e mentre abbiamo quasi distrutto l'industria dell'auto con il Green Deal, dobbiamo cambiare marcia facendo nascere le nuove imprese europee, anziché affossarle. .























