Servono chiarimenti, fra poco più di tre settimane, 23 milioni di lavoratori dovranno avere il Green Pass per entrare in fabbrica e in ufficio, ma rimangono molti dubbi su come applicare l'obbligo deciso dal Governo, che ha promesso linee guida e regole specifiche che ancora non ci sono. Le incognite riguardano soprattutto l'universo degli autonomi, a partire da idraulici ed elettricisti che bussano alla porta di casa, ma anche baby-sitter, colf e badanti. Le mura domestiche saranno considerate luogo di lavoro e quindi ogni famiglia dovrà verificare, se chi viene a riparare il tubo dell'acqua o chi fa le pulizie, ha fatto la vaccinazione o il tampone per il Covid. Per i controlli potrebbe essere utilizzata l'App già adoperata dai ristoratori e all'ingresso dei musei. Forse ci saranno metodi alternativi, considerando che molti anziani potrebbero non avere uno smartphone. Ma in ogni caso, questa operazione andrà fatta, visto che ci sono multe da 400 ai mille euro, per chi non appurerà l'esistenza del Green Pass, con sanzioni ancora più salate, per chi ne è sprovvisto e va comunque al lavoro. I controlli invece saranno a carico delle imprese, se per esempio l'idraulico è assunto da una ditta e se questa a meno di 15 dipendenti, potrà sostituirlo per un massimo di 20 giorni. Ma se si tratta di una partita IVA senza certificato, a rigore non potrà entrare per la riparazione. Problematici è ancora senza tutte le risposte, i casi che riguardano: colf, badanti e baby-sitter. Si stima che un terzo dei 2 milioni di queste persone, non sia vaccinata. La famiglia che ha alle dipendenze un collaboratore, potrebbe sostituirlo, ma non sarà semplice trovare un'altra persona che assiste, per esempio, un malato. Per il periodo di sospensione, non si pagherebbero stipendi e contributi INPS, ma non si potrà licenziare. Ovviamente, tutto questo, se chi aiuta in casa è in regola, ma siccome si stima che un milione sia in nero, per tutti questi il rischio è che l'obbligo di Green Pass, finisca per essere lettera morta.