Nuovi negoziati sul pagamento del gas. È quanto stabilito da Vladimir Putin e dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz nell'ultima telefonata di poche ore fa. In gioco c'è il pagamento in rubli come richiesto da Mosca, convinta, come ha ribadito il Presidente russo, che ciò non dovrebbe peggiorare i termini contrattuali sottoscritti dai clienti europei. I due leader, spiega la Tass, hanno concordato che esperti dei due discutano ulteriormente di questo tema. Putin, impegnato nelle ultime ore anche in un'altra lunga telefonata con il Premier Draghi, ne avrebbe approfittato per informare Scholz sugli sviluppi dei colloqui a Istanbul, tra le delegazioni di Mosca è Kiev. L'Europa, temendo il peggio, mette in piedi uno stato di pre-allarme sul fronte energetico, nel caso in cui i flussi di gas dalla Russia si riducessero o si fermassero del tutto. Berlino non stringe la cinghia a imprese e famiglie, ma di fronte all'ipotesi che Mosca possa chiudere i rubinetti, soprattutto dopo il rifiuto da parte del Vecchio Continente di pagare il Cremlino in rubli per il suo metano, anziché in dollari o in euro, non lo esclude più. La Germania è il Paese europeo più dipendente dal gas russo, 55% dell'import del 2021, finora non si è piegata a questa forma di ritorsione per le sanzioni che Mosca sta subendo. Al momento non ci sono problemi di approvvigionamento, ma viene costituito un comitato di crisi. In caso di vera carenza di gas, cioè al terzo stato di allerta, scatterebbe il razionamento, che colpirebbe prima l'industria, poi i cittadini è solo per ultimi ospedali e istituzione pubbliche. Anche l'Italia, un mese fa, ha dichiarato il pre-allarme, che comporta un costante monitoraggio delle forniture, il 40% delle quali arrivano dalla Russia. Come In Germania, anche nel nostro caso, il piano è livellato su tre gradi e nella fase in cui siamo, una delle priorità è il riempimento dei depositi.























