Basteranno i 5 miliardi di nuovi aiuti che ha promesso il Governo a sostenere l'economia italiana? Nessuno al momento lo sa, perché nessuno ha la sfera di cristallo. Mario Draghi ha garantito che sarà fatto di tutto per tutelare famiglie e imprese, ma Palazzo Chigi vuole capire cosa deciderà l'Unione Europea, se ci sarà un Piano Continentale contro la crisi causata dalla guerra in Ucraina, sulla falsariga di quanto messo in campo per la pandemia, se saranno adottate politiche comuni per contenere i prezzi dell'energia e quanto spazio avrà ciascun Paese per aumentare la spesa. Così nel nuovo documento di Economia e Finanza italiano, la cornice entro la quale decidere come utilizzare i soldi pubblici, non si parla di extra deficit, cioè di chiedere altri denari in prestito ai mercati. Si va avanti con quello che c'è in cassa per il momento: 5 miliardi, da distribuire nelle prossime settimane per sostegno alle aziende, calmierare il costo dell'energia, assistere i profughi ucraini. Si sommano ai 4,5 già stanziati per raffreddare le bollette, mentre viene allungato al 2 maggio lo sconto per benzina e diesel deciso a marzo, con un taglio di 25 centesimi al litro delle accise. Il Governo è ovviamente consapevole dei rischi del conflitto sulla crescita, tanto da stimare al 3,1% il rialzo del Prodotto Interno Lordo di quest'anno, sei mesi fa pensava che sarebbe arrivato al 4,7. Dovrebbe andare peggio se la Russia chiudesse i rubinetti del gas e del petrolio. Non è un'ipotesi al momento in discussione, ha detto il Premier, ma se accadesse e se l'Italia non trovasse altrove quei carburanti, saremmo vicini alla recessione. La prudenza con la quale si muove il Governo, permette di mettere nero su bianco un alleggerimento del deficit, atteso al 5,6% nel 2022 e a proseguire sulla strada della riduzione del debito pubblico, che rimane comunque a livelli stellari. Tra le tante variabili quella pesantissima dell'inflazione, spinta dalla corsa dei prezzi dell'energia, anche questa legata alla durata del conflitto.