"È un cliente che viene per la fangoterapia, che viene per le cure termali, che viene per rimettersi in forma". Esigenti e di altro profilo splendente, i turisti russi rappresentano, o meglio rappresentavano, il 7% delle presenze e il 10% del fatturato. La loro assenza per il polo termale di Abano Terme Montegrotto, il più grande d'Europa, si traduce in una perdita stimabile in 35-40 milioni di euro all'anno. Il settore, fortemente segnato dal flagello del Covid, con il conflitto russo-ucraino rischia di perdere definitivamente la clientela dell'Est Europa, in particolare quella russa, diventata nel giro di pochi anni la quinta in ordine di importanza nel panorama alberghiero termale. "È un cliente che, sicuramente, ha delle esigenze peculiari ma che aveva trovato veramente in Abano Terme, grazie soprattutto all'opera di alcuni imprenditori che si erano particolarmente prodigati per riuscire a far conoscere il nostro territorio in Russia e in particolare a Mosca e a San Pietroburgo, aveva trovato veramente un grande amore per il nostro territorio". "Nei mesi più freddi rappresentavano il 25% delle presenze e il 30% del fatturato, essendo clienti di alto profilo spendente". A sentire l'assenza dei preziosi ospiti russi saranno soprattutto le strutture a 4 e 5 stelle. "Come si recupera questa fetta di mercato, se è possibile recuperarla in qualche maniera?" "Sul mercato locale, sul mercato italiano e guardando ai nostri vicini più prossimi Austria, Germania e Svizzera". "Bisogna attendere, bisogna vedere quelle che sono le evoluzioni e in questo momento, ovviamente, i pensieri principali sono vicini alla popolazione, alle popolazioni colpite duramente da questa guerra ed è per questo che il nostro territorio è anche molto vicino sia per ospitare eventuali profughi e anche siamo molto attivi nella raccolta di materiale da inviare nelle zone colpite dalla guerra".