Le parole più pessimiste arrivano da ENI. Il suo Amministratore Delegato ha detto: "È difficile essere fiduciosi visto che ci sono troppe incertezze su cui non possiamo avere il controllo sull'approvvigionamento di gas per questo inverno". Allora andiamo a vederle. L'unica certezza arriva da questa fetta verde perché sono i miliardi di metri cubi che potranno arrivare dagli stoccaggi se li riempissimo al 100%. 17 miliardi su, però, 48 che serviranno durante l'inverno. Questa è la media degli ultimi anni. Quindi il resto dovrà arrivare da importazioni e il poco che arriva dalla produzione nazionale. Vediamo la prima incognita. Cosa potrebbe andare storto? Beh la temperatura. Là davvero non possiamo avere il controllo su quanto farà freddo durante l'inverno. Vedete in giallo è la media delle temperature invernali negli ultimi 30 anni, in rosso è le temperature minime che sono state registrate in quei mesi. E se davvero fossimo ancora su questa linea rossa sarebbero dolori perché dovremmo utilizzare molto gas per riscaldare le nostre case. Secondo punto è cosa faranno chi ci vende il gas. L'Algeria per esempio che ha definito meglio le quantità di gas che ci venderà quest'anno: 21,6 miliardi via gasdotto e 3,6 in forma liquefatta. La somma non cambia ma aumenta il gas liquefatto e questo è un po' un problema perché vorrà dire che dovremmo rigassificare più gas algerino nei tre rigassificatori funzionanti e meno di quello che arriva dal Qatar, Stati Uniti, Egitto e quindi si riducono un po' i fornitori. E poi ancora i consumi: 8 miliardi di metri cubi dovremmo tagliarli secondo il piano Cingolani entro l'inverno. Per adesso ne abbiamo tagliato uno. Siamo in linea perché l'inverno deve ancora entrare nel vivo. Soprattutto calano i consumi industriali: -20%. Resta un tema ancora un po' sullo sfondo ma potrebbe diventare problematico nei prossimi mesi invece il trasporto di gas da Sud, il gas algerino e quello dell'Azerbaigian, verso Nord dove si consuma il 60% di gas, pensate, perché le industrie sono concentrate lì e serve, secondo Snam, una nuova rete di gasdotti e una nuova centrale di compressione a Sulmona che per adesso sono autorizzate ma devono essere ancora costruite. Quindi questo è un altro tema che potrebbe aprirsi nei prossimi anni.























