Allora, partiamo da un punto semplice. L'opa di Kkr, perlomeno l'arrivo della proposta per l'opa di Kkr, ha avuto l'effetto di smuovere le acque di Tim, riportando, come dire, riportando d'attualità il tema della rete, del possibile scorporo della rete, della rete unica con Open Fiber. Un progetto discusso, come dire, in pectore per molto tempo ma che non è mai arrivato a una definizione. Adesso che cosa sta succedendo? Con l'arrivo di Kkr o il possibile arrivo di Kkr e l'attenzione di altri fondi su Tim, lo Stato e il Governo ha ricominciato a guardare alla rete come asset strategico del Paese da proteggere, da tutelare. Vivendi fino ad oggi aveva sempre detto che era disponibile a fare un'operazione anche con lo Stato, quindi probabilmente insieme ad Open Fiber, ma avrebbe voluto mantenere la maggioranza. Due-tre giorni fa un portavoce ha fatto sapere invece che Vivendi è pronta a sedersi a un tavolo e a discutere di un progetto ampio della rete che abbia un interesse nazionale e che comunque porti la rete sotto il controllo pubblico. È una novità importante perché a questo punto può aprire davvero una discussione con la rete, ricordiamo che Vivendi è il primo azionista di Tim, dunque titolato a discutere, ed è con questa apertura che mi viene da pensare che stia cercando questo dialogo con il Governo che ha costituito una task force apposita per valutare le ricadute sulla rete di Tim di un possibile riassetto. Quindi il tema della rete, come sempre su Tim, è centrale, sia perché strategico sia perché è un asset importantissimo per il gruppo telefonico, mi verrebbe da dire che vincerà Tim chi riuscirà a sciogliere il nodo della rete, quindi trovare un accordo con il Governo per garantire un assetto stabile all'infrastruttura strategica del Paese.