L'economia accelera ma l'inflazione continua a mordere rosicchiando stipendi e pensioni e portando il cosiddetto carrello della spesa a livelli che non si vedevano da 38 anni. Il nostro Paese, fra aprile e giugno, è cresciuto dell'1% rispetto ai tre mesi precedenti, quando il prodotto interno lordo era rimasto quasi invariato. Il rialzo nei confronti dello stesso periodo del 2021 è molto più corposo, ma all'epoca viaggiavamo con turbo perché ci riprendevamo dalla batosta inflitta dalla prima fase della pandemia. Il buon andamento di questa primavera fa ben sperare sugli obiettivi per l'intero 2022, per il quale il Governo si aspetta che il PIL salga del 3,1%: grazie soprattutto alla spinta ereditata dal 2021. Nel resto dell'Europa c'è chi sta peggio. La Germania è rimasta ferma, la Francia è cresciuta di mezzo punto e in media l'Eurozona viaggia ad un ritmo più lento. Preoccupa la recessione negli Stati Uniti e si moltiplicano previsioni fosche, tra le cause e le incognite sulla guerra in Ucraina, il carovita. Nel nostro Paese a luglio, l'inflazione ha lievemente rallentato, attestandosi al 7,9% dall'8 di giugno. Spiega l'Istat che ha influito il leggero rallentamento dei beni energetici che restano però a quote stellari, con bollette e carburanti che salassano famiglie ed imprese, nonostante gli aiuti pubblici. E non c'è solo luce gas e benzina: cibo, prodotti per la casa e la cura della persona fra i più acquistati costano il 9,1% in più rispetto a un anno fa, tornando ad un livello che non si registrava dal 1984. Per una coppia con due figli, tutto questo si traduce, secondo le associazioni dei consumatori in un esborso di oltre 2mila e 500 Euro l'anno. Nell'Eurozona, il carovita è, nella maggior parte dei casi, ancora più alto e per tentare di mettere un freno, la BCE ha alzato il costo del denaro. Ma si tratta di una magra consolazione.























