Più strumenti finanziari europei e forse anche nuovo debito comune. Sono richieste che risuonano da tempo in molte capitali. La notizia è che stavolta la proposta viene da Berlino. In particolare, l’apertura arriva dal partito del Cancelliere Olaf Scholz, i socialdemocratici, che in un documento propongono una serie di ricette, sovvenzioni e investimenti comunitari per rispondere al mega piano di incentivi americano che punta a sviluppare la propria industria delle tecnologie verdi. Un programma, quello di Biden, da 370 miliardi di dollari che, per fare qualche esempio, da forti sconti fiscali, circa 7.000 euro, a chi acquista auto elettriche o pannelli solari a stelle e strisce. Nel vecchio continente si teme che queste sovvenzioni sfavoriscano, e quindi danneggino, l'economia comunitaria, a partire dal settore automobilistico passando per quello dell'energia pulita e per questo si cercano contromisure. L'idea di Berlino è di varare nuovi finanziamenti europei e utilizzare le risorse del programma contro la crisi causata dalla pandemia rimaste in cassa. E non si esclude che questi finanziamenti siano a carico dell'intera Unione e non dei singoli stati, aprendo la strada a ulteriore debito condiviso, dopo quello del Recovery Fund. Questo aspetto è il sintomo dell'importanza della partita in corso fra le due sponde dell'Atlantico, perché la Germania è tradizionalmente uno dei paesi più prudenti nell'aprire i cordoni della borsa. C'è da dire che l'ipotesi arriva solo dall'ala sinistra del governo di Berlino, dove siedono anche i più austeri liberali. D'altra parte la discussione in Europa è all'inizio. Sul tavolo un allargamento degli aiuti pubblici che ogni singolo stato potrebbe dare alle imprese, e che di norma sarebbero vietati, ma che penalizzerebbe paesi come l'Italia che hanno spazi di spesa limitati e il progetto di un fondo sovrano europeo che favorirebbe gli stati più indebitati come il nostro a scapito di quelli coi bilanci in ordine.