Inflazione, gli italiani e la perdita di potere d'acquisto

13 set 2022
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L'inflazione del caro bollette sta alimentando timori crescenti sulla situazione delle famiglie per i prossimi mesi. Insomma, che autunno sarà? É la domanda a cui risponde l'ultimo rapporto COOP, dal quale emerge subito un dato importante: gli italiani hanno già iniziato una propria forma di austerity domestica. L'ha già adottato il 68% delle famiglie, il 17% lo farà nelle prossime settimane il che vuol dire che, complessivamente, l' 85% delle famiglie italiane pensa già ai risparmi. Il che vuol dire rimandare le spese importanti: dall'automobile, dagli elettrodomestici ma anche avere un occhio più attento alla spesa di tutti i giorni. Ed eccolo l'effetto dell'inflazione; ce lo dice l'Istat con i dati sulle vendite al dettaglio che sono aumentate in valore; cioè, praticamente, noi abbiamo speso di più per i nostri acquisti. Il 4,2% a luglio 2022 rispetto all'anno precedente, ma d'altra parte, la quantità di prodotti che effettivamente siamo riusciti a portarci a casa è scesa quasi di un punto percentuale. Ecco perché l'obiettivo è risparmiare: risparmiare anche per cercare di recuperare quella perdita media del potere d'acquisto delle famiglie che il rapporto COOP stima nel 2022 addirittura in 2mila e 300 Euro. Questo perché? L'abbiamo detto: perché l'inflazione è salita. Pensiamo solo che nel 2015 eravamo con un'inflazione 0. Nel 2016, leggera deflazione, cioè con una variazione negativa dei prezzi poi, ecco il grande balzo al 2022; siamo nella media dei primi 7 mesi a + 6,5 ma non dimentichiamo che, già agosto ha di gran lunga superato il tetto del + 8%. D'altra parte, però, gli stipendi rimarranno praticamente fermi. Il rapporto COOP stima un piccolo aumomento dello 0,8% nel 2022. Ma le famiglie degli altri paesi europei, come fanno a fronteggiare il carovita? Ecco, facciamo due semplici esempi: se ci confrontiamo con la Spagna, vediamo che gli stipendi netti medi italiani sono stati nel 2021 dell'1% superiori. Ma il costo della vita della Spagna è del 19% più basso; se ci confrontiamo, d'altra parte con la Germania che è un Paese che ha un costo della vita praticamente equiparabile al nostro, vediamo che, invece, gli stipendi netti sono stati addirittura del 33% inferiori. Ecco perché l'adeguamento dei salari al costo della vita sarà uno dei temi chiave che si troverà ad affrontare, tra le altre emergenze, il prossimo Governo.

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