Il Governo metterà ancora mano al portafoglio ed entro la fine del mese arriveranno nuove misure per tentare di frenare l’effetto dell’inflazione sulle tasche degli italiani. Un intervento che si preannuncia corposo, dopo i circa 33 miliardi già stanziati nell’ultimo anno contro il caro energia e l’aumento dei prezzi. Non sappiamo quanti soldi ci saranno sul piatto ma Mario Draghi spiega che gli interventi riguarderanno famiglie e imprese, con in primis ancora bollette e carburanti, e maggiori tutele per chi è già in difficoltà e sente di più il carovita. Non si può però andare avanti solo coi bonus e Palazzo Chigi promette interventi strutturali, cioè che dovrebbero avere un effetto duraturo contro i rincari che erodono gli stipendi. In questo senso, l’incontro coi sindacati: un primo passo per discutere il taglio delle tasse che pesano sui lavoratori, il cosiddetto cuneo fiscale, in modo da rendere più pesante la busta paga di chi ha redditi bassi, e il salario minimo. Su quest’ultimo, CGIL, CISL e UIL hanno mostrato apertura alla proposta del Ministro del Lavoro Andrea Orlando, che punta a fissare per legge un livello minimo di retribuzione per ogni settore in base al contratto di categoria migliore. Una sorta di compromesso che potrebbe aiutare i tanti precari con scarse garanzie. Ma c’è anche la volontà di accelerare sui contratti collettivi scaduti: rinnovarli è necessario per aggiornare le paghe. Ci sono anche le pensioni, sulle quali i sindacati premono per soluzioni di flessibilità ma che hanno costi alti. Insomma, la lista è lunga e servono molte risorse, tanto che gli stessi sindacati suggeriscono anche il ricorso a nuovo deficit, cioè altri denari da chiedere in prestito sui mercati. Ma Draghi continua a respingere quest'ipotesi, che finirebbe per appesantire ancora di più il nostro debito, e assicura: per il momento non lo vediamo necessario.























