Sempre meno file e sempre più internet per accedere ad alcuni servizi della Pubblica Amministrazione. Anche se la trasformazione digitale è iniziata da un po' di tempo, ora si cerca di accelerare in questa direzione. L'ultima novità è che dal primo ottobre l'INPS non rilascerà più pin per i servizi online, per accedervi sarà obbligatorio avere lo Spid, il sistema pubblico che fornisce un'identità digitale unica per ogni cittadino e che consente di interagire con la Pubblica Amministrazione. Chi ha già un pin potrà continuare ad usarlo per una fase transitoria la cui durata, però, non è ancora stata fissata, ma che dipenderà anche da quanto tempo servirà perché tutti gli utenti si dotino dello Spid. Finora, infatti, sono quasi 11 milioni i cittadini che lo hanno richiesto, con una forte accelerazione nell'ultimo anno, proprio perché l'identità digitale è ormai obbligatoria per accedere a un determinato numero di servizi, anche se il numero di Pubbliche Amministrazioni che lo utilizzano è fermo a circa 4 mila 500, rispetto alle 10 mila che erano l'obiettivo fissato per il 2020. Per ottenere lo Spid è necessario richiederlo a uno dei nove gestori che lo rilasciano. C'è però un'alternativa allo Spid, ed è la carta di identità elettronica. La posseggono già circa 17 milioni di cittadini, il problema è che il numero di Pubbliche Amministrazioni che permettono l'accesso ai propri servizi in rete, tramite la carta di identità elettronica, è ancora molto basso. Sul sito del Ministero dell'Interno sono indicati una ventina di Enti, ma la situazione è destinata a cambiare e in tempi anche molto brevi. Secondo quanto prevede il Decreto Semplificazioni, a partire dal 28 febbraio del 2021, tutte le Pubbliche Amministrazioni dovranno usare esclusivamente Spid o carta di identità elettronica per l'identificazione dei cittadini che accedono ai loro servizi online, pena pesanti sanzioni per i dirigenti responsabili. Rispetto agli attuali numeri, c'è da chiedersi se un simile obiettivo potrà essere davvero raggiunto e sempre il Decreto Semplificazioni stabilisce un altro obbligo: a partire dal primo ottobre, imprese e professionisti dovranno avere e comunicare al registro delle imprese, il proprio domicilio digitale, è così che adesso si chiama la Pec, la posta elettronica certificata che identifica le imprese in modo univoco. Per chi non si adegua, sono previste multe fino a 2 mila euro.