Discontinuità anche in politica industriale. Il Governo Meloni ha virato con decisione sul dossier ITA Airways, di fatto riaprendo la partita che sembrava già chiusa per la privatizzazione della compagnia erede di Alitalia. Il 31 agosto il Governo Draghi aveva aperto una trattativa in esclusiva con la cordata promossa dal fondo americano Certares, oltre 10 miliardi di asset gestiti in vari campi tra cui viaggi e turismo, insieme a Delta e Air France, due delle maggiori compagnie aeree mondiali. Due mesi dopo il neo Ministro dell'economia Giorgetti, azionista unico di ITA, ha deciso di non prorogare questa fase riammettendo così al tavolo il duo Lufthansa e MSC esclusi a sorpresa dopo un'estate passata con l'etichetta di favoriti, e forse anche un terzo pretendente ma finora in posizione di outsider, Indigo Partners, fondo americano specializzato in compagnie low cost. Perché questa svolta e cosa cosa può succedere adesso? Giorgetti non ha mai nascosto i suoi dubbi sulla scelta del predecessore Franco, per due motivi. Con Certares mancherebbe un partner industriale, sia Delta che Air France, impegnata anche nella possibile conquista del vettore portoghese Tap, non entrerebbero infatti nel capitale di ITA limitandosi ad esserne alleati commerciali e la privatizzazione sarebbe solo parziale. Certares comprerebbe il 51% e il 49% resterebbe quindi allo Stato mentre il nuovo esecutivo vorrebbe evitare una cogestione. MSC e Lufthansa puntano al 80% di ITA con un ruolo importante per i tedeschi cui andrebbe il 20% e un posto in cda e sinergie significative soprattutto nel trasporto merci più profittevole di quello passeggeri e dove MSC è player già forte su mari e porti. Partita riaperta quindi, e molto complessa visto anche lo sconto interno a ITA che vede il presidente Altavilla spogliato dei poteri dal cda per volere dei consiglieri espressi dal MEF che adesso col nuovo Governo sono destinati a cambiare. Discontinuità.