Non usa mezzi termini Jerome Powell nel delineare il suo obiettivo: sconfiggere l'inflazione. Come sempre non è tanto quello che la FED fa, ma quello che la FED dice, in particolare la risposta alla domanda: che cosa succederà nei prossimi mesi? Powell non fa marcia indietro, alza il costo del denaro di 0,75 punti base, come il mercato si attendeva, portando i tassi in una forchetta tra il 3 Il 3,25% e dalle indicazioni emerge come l'intenzione sia quella di proseguire in questo modo, fino a portare i tassi al 4,6% l'anno prossimo. "Penso che il Governatore abbia una lavagna magnetica nel suo ufficio, con su scritto "L'inflazione deve scendere", di modo che i suoi collaboratori lo vedano tutti i giorni". Ha detto un economista interpellato dalla TV finanziaria CNBC. Del resto il caro prezzi è ben presente forse il picco è stato raggiunto, ma occorrerà del tempo prima che torni a livelli normali intorno al 2%. Una delle armi, la principale, che le banche centrali hanno per sconfiggere l'inflazione è alzare i tassi di interesse fino a che l'inflazione non raggiungerà il livello desiderato. Alzando i tassi o il costo del denaro questo appunto costa di più, prendere quattrini in prestito costa di più, accendere un mutuo costa di più, la Banca Centrale Insomma innesca un rallentamento dell'economia che si raffredda portando finalmente i prezzi a scendere. Peccato che stavolta le banche centrali non si siano mosse per tempo, l'inflazione da temporanea, lettura erronea fornita per lungo tempo sia dalla FED, sia dalla BCE, è diventata persistente ma lo si è capito tardi, per questo il timore è che il rallentamento si trasformi in una recessione.