Prende più corpo e voce l'idea che possa essere Mario Draghi il nome che Giorgia Meloni potrebbe suggerire come presidente della Commissione Europea. Non ha il corpo e la voce di Mario Draghi, il candidato a tutto che non si è mai candidato a nulla, e né quelli della presidente del consiglio, che forse è un po' presto per scoprire una carta così importante. Le candidature, come le calunnie, sono portate spesso da un venticello, i respiri che escono dai palazzi del potere. Qualcuno li registra, ci mette un po' del suo, conosce le strada per renderli più o meno pubblici e così diventano un quasi fatto. D'altra parte, Draghi si trova nella condizione invidiabile, e ideale per il profilo di cui racconta il venticello, di non essere più da tempo una figura tecnica e di essere da tempo piuttosto, tutto sommato dal periodo di Francoforte del "whatever it takes", una sorta di super politico. Nel senso di aver avuto il privilegio, e di averlo saputo usare bene, di fare politica al massimo livello, al di sopra della politica e al di sopra e a prescindere, questo gli rimproverano i detrattori, di qualsiasi consenso. L'esperienza alla guida del governo italiano è di questa abilità, la prova più evidente. Mai legato, almeno dichiaratamente, ad alcuno schieramento politico anche se costantemente riferito all'idea di economia sociale di mercato sia nelle decisioni che nelle dichiarazioni. E tutto questo, è ovvio, lo rende un candidato naturale ai vertici europei, specie nella condizione di incertezza tipica del periodo pre-elettorale e di questo in particolare. Dire no ad alta voce a Draghi è più difficile che dirlo a un bis di Von der Leyen. E d'altra parte nessuno per ora propone Draghi ad alta voce. È un venticello, appunto. Chi lo sospinge però deve sapere che Super-Mario, in tutto quello che ha detto negli ultimi mesi, da quando si occupa di tracciare un percorso per una nuova competitività europea, parla di un'Europa grande e unità. Grande nel bilancio, unita nella difesa, tanto per dire solo un paio di cose. l'Europa piccola, fatta di piccoli sovranismi è il progetto di qualcun altro. Che deve fare attenzione ai venticelli. E a non sbagliare candidato.