Il rimbalzo economico europeo continua anche a dicembre. A dirlo sono i nuovi dati dell'indice PMI, il Purchasing Manager Indexes che misura l'indice di fiducia delle imprese basandosi su sondaggi mensili ai responsabili acquisti. La manifattura italiana cresce anche a dicembre per il settimo mese consecutivo segnando 52,8 punti rispetto ai 51,5 di novembre. Questo significa che l'industria italiana è cresciuta all'ultimo mese del 2020 e lo ha fatto in modo più convincente del mese prima. L'indice PMI infatti se è superiore ai 50 punti mostra una crescita, mentre se è sotto rappresenta un indebolimento. Meglio dell'Italia ha fatto la manifattura dell'Eurozona registrando 52,2 punti. Un dato trainato dalla Germania che raggiunge addirittura i 58,3. Questi sono numeri che fanno ben sperare per la chiusura del 2020 e anche per l'inizio del nuovo anno e che soprattutto indicano come la manifattura non sia stata sostanzialmente toccata dalle restrizioni dovute alla seconda ondata, a differenza del settore dei servizi. Nel 2021 non ci attendono solo notizie positive, il centro studi di Confindustria ha fatto sapere che il credito bancario alle imprese italiane è aumentato del 7,4% nel 2020. D'altronde da aprile il Governo ha permesso più di 140 miliardi di crediti alle imprese grazie alla garanzie pubbliche. Sebbene sia decisamente meno delle promesse di 400 miliardi di nuova liquidità, come vediamo nei grafici tratti dal bonus tracker di Sky Tg24, si tratta di una somma considerevole e se questo ha permesso a molte aziende di sopravvivere, renderà però complicato pagare nuovi debiti. Confindustria ha calcolato infatti che occorreranno quasi 5 anni e mezzo per farlo. E già si sa che non tutte le imprese ce la faranno, con le conseguenti ricadute negative sui conti pubblici o sulle banche che da mesi si preparano a un nuovo tsunami di crediti deteriorati.