Governo, imprese, sindacati sono d'accordo bisogna mettere più soldi in tasca ai lavoratori perché l'inflazione spinta dai rincari dell'energia e dalle incertezze legate alla guerra in Ucraina, si sta mangiando gli stipendi. In pratica, con gli stessi denari si comprano meno cose quindi bisogna intervenire per adeguare i salari al carovita. Su come agire non c'è intesa, il Ministro del Lavoro Andrea Orlando serve un patto aiuti alle aziende per far fronte agli aumenti delle bollette in cambio dell'adeguamento dei contratti. In pratica un incremento da concordare tra imprese e sindacati. Una posizione respinta da Confindustria, una strada del genere danneggerebbe le imprese già in difficoltà per i maggiori costi di produzione. Per questo Carlo Bonomi, propone il taglio delle tasse sul lavoro, un intervento da 16, 18 miliardi da attuare riducendo la spesa pubblica. Quello delle risorse uno degli scogli più duri, i 5 6 miliardi a disposizione del bilancio pubblico per famiglie imprese, sono ritenute insufficienti dallo stesso Orlando, e dai sindacati che chiedono al Governo nuovo deficit, cioè altri miliardi da chiedere in prestito ai mercati. Una circostanza su cui, però, bisogna muoversi con prudenza, perché il previsto rialzo dei tassi interesse, comporterà per il nostro paese, un maggiore esborso per finanziarsi coi titoli di Stato. Mentre un patto a livello nazionale, non sembra vicino si va invece verso un accordo sul lavoro a Milano. L'intesa tra comune e parti sociali, non interverrà direttamente sugli stipendi, ma prevede una serie di misure per migliorare la formazione, un maggior impegno per favorire l'inserimento nel mondo del lavoro, sostegni per chi perde il posto è più servizi di welfare. Un esempio è quello degli asili in azienda, che potrebbero avviarsi negli uffici rimasti vuoti per lo smart Working, e che potrebbero essere aperti a tutti, non solo ai figli dei dipendenti.























