Correzione in vista per le procedure che permettono agli stranieri di venire in Italia e per lavorare in modo regolare, parliamo del cosiddetto decreto flussi, il meccanismo che stabilisce periodicamente delle code d'ingresso di cittadini extracomunitari. Circa 150 mila l'anno. Il sistema non funziona bene, è troppo complesso, non soddisfa le esigenze delle imprese in cerca di personale e inoltre c'è il forte sospetto che sia preda di truffatori. L'idea che circola nel Governo è di intensificare i controlli ed eliminare il click day a livello nazionale per passare a quelli regionali, in modo che le domande per reclutare a distanza i lavoratori, siano limitate a un territorio circoscritto ed evitare le sproporzioni che si sono verificate. Nelle ultime due tranches la maggior parte delle richieste sono state fatte al Sud, dove ci sono meno aziende rispetto al Nord e molta più disoccupazione, per cui, in teoria, servirebbe meno manodopera straniera. Una circostanza che ha fatto accendere un faro alla magistratura e che ha individuato una serie di frodi modellate su questo schema: l'azienda richiede un lavoratore, per esempio dal Senegal, senza alcuna intenzione di dargli un posto ma chiedendogli in cambio dei soldi che gli permettono di avere il lasciapassare per il nostro paese. Aldilà degli imbrogli comunque si è visto che sono poche le domande che poi si trasformano in assunzioni effettive perché il rilascio dei visti nei paesi di provenienza può richiedere molto tempo. Un nodo burocratico che rende inutile quel lavoratore perché magari l'azienda aveva bisogno di qualcuno solo d'estate per la raccolta dei pomodori. Il tutto con un paradosso, il Governo ha aumentato le quote per venire incontro alla fame di personale e tutti i click day hanno fatto registrare un numero di domande di gran lunga superiore ai posti a disposizione.