180 morti sul lavoro dall'inizio dell'anno compresi quelli del crollo di Firenze che hanno riacceso l'attenzione su una tragedia spesso silenziosa. E non è solo fatalità perché con 3 milioni di impiegati in nero servono maggiori controlli. Lo chiede l'ispettorato nazionale del lavoro che vorrebbe noi funzionari per vedere se nei cantieri è tutto in ordine visto che col personale in servizio la stragrande maggioranza delle aziende non è sottoposto ad alcuna verifica. Il Governo promette un aumento del 40% delle indagini ai 766 ispettori: un passo in avanti che però non c'entra l'obiettivo fissato nel piano di assunzioni. Oltre ai controlli, in arrivo nuove sanzioni penali, divieti a partecipare a gare pubbliche per chi commette gravi irregolarità ma anche nessun controllo per un anno se si viene trovati in regola ed un alleggerimento delle multe per le aziende che auto denunciano il sommerso. E poi, la patente a punti solo nel settore edilizio che è una sorta di pagella dove la ditta che perde i crediti perché nel suo cantiere ci sono infortuni, rischia la sospensione dell'attività; ma il meccanismo è criticato dai sindacati secondo i quali è troppo semplice recuperare i punti persi sia dalle aziende che sostengono avrebbero penalità anche in assenza di responsabilità. Intanto, è scomparso dai radar di Palazzo Chigi il reato di omicidio sul lavoro perché ritenuto inutile e l'adozione nel settore privato delle regole più stringenti in vigore per le opere pubbliche. Servirebbero, in ogni caso, più investimenti per la prevenzione e il paradosso è che i soldi ci sono. L'INAIL, Istituto pubblico delle assicurazioni contro gli infortuni finanziato dalle imprese, ha un avanzo di cassa di 40 miliardi. Una mole di denaro che appare spropositata rispetto alla necessità di pagamenti imprevisti: solo l'anno scorso per la prima volta si è attinto a questo tesoro che nessuno toccare senza il via libera di Governo e Parlamento.