A Hong Kong scarseggia anche la carta igienica e due persone hanno pensato bene di rubarla. È una delle notizie più singolari e simboliche arrivate dalla Cina, che dà l’idea del panico che si sta creando a causa del coronavirus e della percezione sempre più diffusa che beni di prima necessità possano cominciare a mancare. Ma, a dispetto di tutto, le borse cinesi crescono, con rialzi sopra il 2%, grazie all'intervento della Banca centrale che fornisce liquidità per un ammontare pari a 300 miliardi di yuan, 45 miliardi di dollari circa e potrebbero arrivare anche tagli alle tasse e nuovi investimenti da parte del Governo. Pechino mostra con questa decisione la sua preoccupazione e potrebbe rimandare l'appuntamento politico importantissimo di marzo, la riunione del Comitato del Congresso nazionale del popolo. Dal mercato interno arrivano segnali preoccupanti. Il leader del settore immobiliare, China Evergrande, usa l'accetta per diminuire i prezzi dei nuovi appartamenti, un 25% di sconto alla luce delle vendite delle case in picchiata. E l’attività di aziende grandi e piccole stenta riprendere, viste le misure di confinamento che diventano sempre più estese. Il tutto mentre in Asia prosegue il periodo di vacche magre. Negli ultimi tre mesi dello scorso anno il prodotto interno lordo giapponese è letteralmente crollato rispetto allo stesso periodo del 2018, meno 6,3%. E non a causa del coronavirus, ma delle tensioni commerciali tra USA e Cina. Anche il Giappone, insomma, così come la Germania o la stessa Italia, affronta questa nuova emergenza con un'economia in una forma tutt'altro che smagliante.