Anche la finanza è chiamata a fare la sua parte per combattere il cambiamento climatico. Per questo la Commissione Europea ha lanciato il primo Green bond per finanziare le politiche ambientali del Next generation EU. Il BTP europeo di 12 miliardi di euro è andato a ruba come d'altronde è sempre accaduto per il debito comune europeo, la domanda ha infatti raggiunto i 135 miliardi. I soldi verranno ora girati ai paesi europei per finanziare i progetti dei Recovery plan nazionali destinati all'ambiente e dunque a ferrovie, efficentamento energetico e a nuovi impianti di energia solare o eolica. Il Recovery fund è infatti finanziato in gran parte dai risparmiatori che vogliono prestare del denaro all'Europa. Bruxelles, grazie alle somme raccolte, fa poi partire i bonifici ai diversi Stati che ripagheranno a parte il debito con tempi lunghi e bassi costi. Prima dell'UE, destinata a diventare leader con 250 miliardi di Green Bond entro 2026, si erano già a affacciati sul settore anche gli Stati Uniti eppure l'Italia. Ma il grosso della finanza green è in mano al settore privato in cui gli investimenti così detti ESG, che cioè rispettano criteri ambientali sociali e di governance, sono ormai una moda consolidata. Valgono infatti già migliaia di miliardi di dollari. Una sbornia di finanza verde che però per ora se non ben regolata rischia nascondere di truffe e greenwashing. Non sono infatti rari i casi di fondi che si dichiarano sostenibili mentre nascondo nel proprio interno anche giganti petroliferi e altre aziende inquinanti e questo avviene anche per offerte di investimento messe a disposizione dalle grandi banche. Per evitarlo l'UE sta lavorando sulla regolamentazione e sulla trasparenza degli ESG, essenziali per finanziare l'enorme montagna di soldi che ci costerà la lotta al cambiamento climatico.