La caccia ai denari per la prossima manovra è iniziata: quanti ne serviranno esattamente non è scritto sulla pietra ma all'orizzonte ci sono una trentina di miliardi dei quali oltre 18 solo per confermare una serie di misure che altrimenti svanirebbero dal primo gennaio, tutte con ricadute sulle tasche degli italiani. A partire dallo sgravio per i contributi dei dipendenti. Senza il rinnovo, la busta paga di 14 milioni di lavoratori si alleggerirebbe in media 90 euro al mese in meno. Servono quasi 11 miliardi per prorogare quello che è noto come taglio del cuneo fiscale. Il governo ha garantito che queste risorse ci sono; non si prevedono operazioni lacrime e sangue ma qualche rinuncia è all'orizzonte. Perché l'Italia, col suo alto debito, è nel mirino dell'Europa. Non si potrà replicare quanto fatto nel 2023 quando si è finanziata in deficit per oltre 15,5 miliardi la legge di bilancio di quest'anno: tra gli aiuti in scadenza c'è la riduzione dell'irpef, l'imposta sui redditi, che interessa 25 milioni di contribuenti con benefici che variano da pochi euro fino a 260 euro l'anno per chi ha guadagni alti. A rischio anche gli sconti per incentivare le assunzioni e quello per le mamme lavoratrici con due figli, ma anche la Carta Dedicato a te, 500 euro per la spesa alle famiglie più in difficoltà e la riduzione da 90 a 70 euro del canone RAI. Dove calerà la scure, e se calerà, non lo sappiamo, anche perché per trovare i quattrini necessari esistono altre strade. C'è la possibilità di nuove tasse o un aumento di quelle esistenti per esempio l'Iva sui consumi o i balzelli sulla benzina, oppure sforbiciate alle agevolazioni con l'effetto di un rincaro del peso fiscale per famiglie e imprese.