Tanto deficit e un'impegnativa scommessa sul successo della lotta all'evasione. Da qui, secondo il Governo, arriverà gran parte dei soldi necessari a realizzare gli impegni della finanziaria, oltre 21 miliardi sul totale dei 29. Metà della manovra verrà fatta, per l'appunto, facendosi prestare nuovi denari dai mercati finanziari. Si tratta di circa 14 miliardi che l'anno prossimo faranno lievitare il rapporto tra deficit e PIL al 2,2%. Un livello già oggetto di confronti con l'Europa nelle ultime settimane, ma che dovrà essere comunque confermato nelle trattative formali a Bruxelles. Se il deficit è un classico delle manovre di bilancio più sorprendente è l'impegno di dimensioni inedite, sulla lotta all'evasione. Il Governo promette di recuperare oltre 7 miliardi nel 2020, un aumento di quasi il 50% rispetto a quanto oggi lo Stato, escludendo le sanatorie, ricava dal contrasto a chi non dichiara. Un risultato che dovrebbe essere raggiunto anche convincendo gli italiani a usare di più carte e bancomat, dando in cambio sconti fiscali ancora da definire nel dettaglio. I soldi che mancano per arrivare ai 29 miliardi della manovra, arriveranno da altre misure d'impatto minore. La spending review, cioè il taglio delle spese inutili, si fermerà a un miliardo e sette, lo stesso piccolo importo arriverà togliendo gli sconti fiscali spese considerate dannose per l'ambiente, una voce che non mancherà di provocare le proteste delle categorie interessate. Lotta agli sprechi e taglio delle agevolazioni fiscali, due eterne promesse dei governi italiani, si fermano dunque a due decimali di PIL. Tre miliardi e mezzo, infine, da altre misure fiscali, ancora da definire nella loro interezza.