Vale circa 30 miliardi di euro la manovra per il 2020. Una cifra da ripartire tra i vari interventi che ha in mente il Governo e che saranno definiti con precisione con la legge di bilancio nelle prossime settimane. Con l'aggiornamento il documento di economia e finanza, però, abbiamo la cornice entro la quale ci si potrà muovere, e pur mancando molti dettagli sappiamo che due terzi della finanziaria serviranno per evitare l'aumento dell'IVA. Si tratta di 23,1 miliardi, denari che saranno utilizzati per impedire che l'imposta sui consumi cresca da gennaio. Una zavorra ereditata dal passato, come accade ormai da molti anni e che l'esecutivo Conte bis ha promesso di disattivare completamente. I soldi, quindi, che restano per le altre misure, quelle che dovrebbero contribuire a spingere la crescita economica non sono molti, considerando anche che quasi due miliardi andranno alle cosiddette spese non rinviabili, cioè quelle che servono per mandare avanti la macchina statale. Ecco quindi che la riduzione delle tasse ai lavoratori l'anno prossimo partirà a rilento. Ci saranno poco più di due miliardi e mezzo. La metà di quanto auspicato per dare più soldi in busta paga. Il taglio al cosiddetto cuneo fiscale probabilmente partirà a luglio, per pesare meno sui conti pubblici del 2020, e diventerà più corposo, entrando a pieno regime, l'anno Successivo. Calcolatrice alla mano, a questo punto, rimangono a disposizione non più di due miliardi e mezzo, e nel menù ci sono tanti piatti da finanziare. Il Governo conferma di voler introdurre il salario minimo orario, azzerare le rette per gli asili nido e rinnovare gli incentivi all'industria. Ma non è ancora chiaro quante risorse saranno destinate a ciascuno di questi Capitoli. Le spese possibili, però, non finiscono qui. Il rilancio del sud. Gli investimenti per l'istruzione e ancora il rinnovo del contratto dei dipendenti statali e la sanità. Un lungo elenco che si scontra coi denari a disposizione e con i tagli, ai bilanci dei Ministeri previsti con la spending review.