Per andare in pensione serviranno 67 anni di età e tre mesi. Ci vorranno alcuni anni per allontanare il traguardo rispetto ad adesso, ma la maggior parte degli italiani dovrà rimanere più a lungo al lavoro. E' quanto ci dice il governo con l'ultimo documento che disegna il perimetro della prossima manovra. Solo chi svolge mestieri più gravosi e usuranti sfuggirà all'incremento di tre mesi. Per tutti gli altri, compreso chi ha iniziato la carriera quando era molto giovane, si alzerà l'asticella. In che modo esattamente non si sa, ma lo stesso documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles per l'approvazione, parla di aumento graduale nel biennio 2027-28. Tra le ipotesi sul tavolo, quella di un mese in più ogni anno. Il che vorrebbe dire che finito il periodo di congelamento parziale, serviranno 67 anni e tre mesi per l'assegno di vecchiaia, mentre per di anzianità saranno necessari 43 anni e un mese di contributi, un anno in meno per le donne. Si va dunque verso una sorta di compromesso rispetto a quanto prevede la legge, e cioè che l'approdo alla pensione si debba allontanare man mano che cresce l'aspettativa di vita. Bloccare del tutto questo meccanismo costerebbe troppo 3 miliardi l'anno e le risorse sono poche. La manovra, una delle più leggere degli ultimi anni, prevede misure per circa 18 miliardi reperiti da una rimodulazione del PNRR, per la quale serve il via libera dell'Europa e per il resto tagli alla spesa ed entrate. Fra queste ultime il contributo che Palazzo Chigi vuole chiedere alle banche e alle assicurazioni, quantificato in 4,4 miliardi nel 2026 un aiuto del quale non si conoscono i dettagli e che nelle intenzioni del governo sarebbe permanente, non quindi valido solo per l'anno prossimo. .























