Conti solidi con deficit in riduzione, crescita asfittica, manovra 2026 in continuità con le tre precedenti, incentrata dopo la riduzione del cuneo fiscale sul taglio Irpef, ma con la novità delle maggiori spese per la Difesa legate agli impegni Nato. Il governo ha varato la cornice della prossima legge di bilancio, licenziando il documento programmatico che nelle parole del Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti conferma "Tenacia e coerenza nel perseguimento dell'obiettivo di sostenibilità della finanza pubblica", tradotto priorità ai conti in ordine, con la discesa del debito pubblico dal 2027 e del deficit già da quest'anno sotto la fatidica soglia europea del 3% del Pil, il che dovrebbe permettere all'Italia di far spegnere in anticipo il faro acceso dall'Europa sui nostri bilanci. L'auspicata uscita in anticipo di un anno dalla procedura di infrazione, è la condizione necessaria, messa nero su bianco, per incrementare le spese di Difesa, circa 12 miliardi di euro in tre anni per arrivare a mezzo punto di PIL nel 2028. Prodotto interno lordo che crescerà pochino l'anno prossimo + 0,7%. Secondo il Centro Studi di Confindustria, senza l'apporto del PNRR, quindi dei soldi europei, saremmo finiti al segno meno. Proprio per questi motivi, gli spazi di spesa restano abbastanza stretti. Il taglio dell'Irpef al ceto medio, potrebbe arrestarsi alla soglia dei 50000 € non 60 come pure finora ipotizzato. "Un livello così elevato di debito, eredità di politiche economiche che per decenni hanno attribuito scarsa importanza a un uso accorto delle risorse pubbliche, spiega ancora Giorgetti, costituisce un ostacolo allo sviluppo futuro del Paese e all'equità intergenerazionale". . .























