Manovra, stop obbligo Pos: il governo frena

È ancora da scrivere l'ultima parola sui pagamenti elettronici. Palazzo Chigi fa sapere che ne sta discutendo con l'Europa, una precisazione che suona come una frenata, dopo che nell'ultima bozza della manovra si leggeva anche i negozianti potevano rifiutare carte e bancomat per acquisti fino a 60 euro senza subire sanzioni. Una novità che allargava le maglie rispetto alla precedente versione della Legge di Bilancio, dove l'esenzione da multe si fermava a 30 euro. Ora il Governo, quindi, dice che su queste soglie, una decisione non è stata presa e che si attende un sostanziale via libera di Bruxelles. Ricordiamo che l'obbligo del POS, un intervento pensato anni fa per contrastare l'evasione fiscale, è punito solo da luglio scorso: il commerciante che non l'accetta rischia 30 euro più il 4% del valore dell'acquisto. Novità, intanto, per la tassa sui gli extraprofitti su chi produce, importa o vende elettricità, gas e prodotti petroliferi. Il balzello sale al 50% dell'incremento di reddito, di almeno 10%, realizzato nel 2022 rispetto alla media dei 4 anni precedenti. La misura dovrebbe portare 2 miliardi e mezzo nelle casse dello Stato e riguarda circa 7mila aziende. L'idea è che queste imprese, che hanno beneficiato dei rincari energetici, contribuiscano, in linea con quanto dettato dall'Europa, di più alle finanze pubbliche. Sul fronte pensioni, poi, accanto a quota 103, l'anticipo per chi ha almeno 62 anni e 41 di contributi, la proroga di Opzione Donna con un perimetro però più ristretto. Le lavoratrici potranno lasciare il posto con 35 anni di contributi, ma il requisito anagrafico dei 58 anni resta solo per particolari situazioni di disagio o per chi ha almeno 2 figli, 59 anni se solo 1. Negli altri casi serviranno 60 anni. Insomma. una serie di paletti che restringe di molto il campo di questo anticipo che riduce fino al 30% l'assegno dell'INPS.