Modificare alcune delle misure più dibattute della Manovra vuol dire trovare i soldi da qualche altra parte, ma le risorse sono poche e non si può allungare la coperta. Il perimetro deve rimanere quello disegnato dal governo. Nel lungo iter parlamentare che dovrà concludersi entro fine dicembre, però, le proposte di ritocchi si annunciano molte. Poche le chance di ridurre la richiesta a banche e assicurazioni: gli oltre 4 miliardi da versare l'anno prossimo fra tasse e contributi fiscali valgono più di un quarto dei fondi necessari. Sembra esserci più spazio per alleggerire la tassa sugli utili, i dividendi, che le società ottengono grazie a piccoli pacchetti azionari posseduti in altre imprese: si potrebbe abbassare il prelievo che, come previsto, ora frutterebbe un miliardo. Più semplice in teoria mettere mano all'aumento dal 21% al 26% dell'imposta, la cedolare secca, sugli affitti brevi sul primo immobile offerto tramite un portale internet. Poiché porterebbe alle casse pubbliche solo 140 milioni, forse si potrebbe venire incontro a chi chiede di rivedere il balzello. Servirebbero più soldi per ampliare la rottamazione delle cartelle. Al momento può mettersi in regola col fisco, ottenendo lo sconto delle sanzioni, chi ha debiti arretrati e ha dichiarato meno del dovuto, escluso invece chi è stato scoperto per aver evaso le tasse. Pochi i ritocchi in vista per le pensioni. Potrebbe essere prorogata Opzione Donna, il governo vuole cancellarla dal 2026, mentre non sembrano esserci molte possibilità di congelare l'aumento di 3 mesi, dal 2028, dei requisiti per lasciare il lavoro, dal quale è dispensato solo chi svolge mestieri gravosi e usuranti. Altro tema che agita la maggioranza è quello dei tagli alla spesa: oltre 2 miliardi in meno per i ministeri con, tra i più colpiti, Infrastrutture, Economia e Ambiente. .























