È una tradizione natalizia ormai consolidata quella del Milleproroghe, il nomignolo quasi scherzoso del decreto di fine anno col quale il Governo interviene d'urgenza su molte scadenze ma anche per ritoccare errori e dimenticanze della manovra economica. Così come accaduto spesso in passato quindi si sta mettendo a punto un vasto contenitore di norme, alcune delle quali riguardano da vicino molti italiani, a partire dalle tariffe autostradali. Viene bloccato l'aumento che sarebbe scattato a gennaio. Rincari scongiurati fino al 30 giugno in quasi tutti i caselli, in attesa che le società concessionarie presentino i nuovi piani di investimento, coi quali realizzare migliorie. Solo quando ci saranno questi progetti quindi sarà possibile alzare, ma in teoria anche abbassare, i costi per gli automobilisti che intanto non sborseranno di più mentre torneranno in macchina dalle vacanze di Natale. Altra misura di largo impatto è il rinvio al gennaio del 2022 della fine del mercato tutelato dell'energia. In pratica per altri due anni rimarrà la possibilità di avere i prezzi di luce e gas stabiliti dall'autorità che gestisce il settore, senza il passaggio alle tariffe liberamente decise dai fornitori che finora in media non hanno garantito vantaggi per i consumatori. Arriva poi la proroga del bonus verde, quello che permette di avere uno sconto in dichiarazione dei redditi del 36% sulle spese fino a 5000 euro per giardini e terrazzi. Nella bozza compaiono anche gli incentivi per l'acquisto di motorini elettrici, se si rottamano quelli vecchi più inquinanti e le assunzioni nelle forze dell'ordine, oltre 2000, scaglionate in più anni. Tra la raffica di rinvii c'è quella che riguarda l'entrata in vigore delle regole più severe per le intercettazioni, che dovrebbero essere operative da marzo e quella dello stato di emergenza per Genova dopo il crollo del ponte Morandi. Non dovrebbe trovare posto invece l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione economica e finanziaria nelle scuole.