Sanità, scuola e turismo, sono queste alcune delle voci che vedono aumentare la loro dote nella nuova bozza del piano italiano per la ripresa contro la crisi causata dalla pandemia, un piano che cresce, sfondano quota 222 miliardi, grazie all'impiego di fondi europei esterni, al vasto programma di sussidi e prestiti varato da Bruxelles la scorsa estate per finanziare i progetti che dovrebbero risollevare il Paese, infatti, oltre ai 196 miliardi e al recovery Fund, si vogliono utilizzare gli altri denari the Next generation eu, più 20 miliardi di risorse comunitarie ordinarie. In questo modo il Governo allunga la coperta, venendo incontro alle richieste di quei partiti che chiedono più quattrini per alcuni settori, ma senza superare le soglie di debito già fissate, si riserva poi una quota maggiore agli investimenti con l'obiettivo di spingere la crescita al 3% nel 2026 da 2,3 stimato in precedenza. Questo ribilanciamento assottiglia sgravi e incentivi per quanto riguarda il superbonus al 110% per le ristrutturazioni, resta fermo quanto stabilito in manovra, vale sino alla fine del 2022 per i condomini e l'estensione all'anno successivo e solo per l'edilizia popolare e gli interventi antisismici. Nel piano del governo tra le voci di spesa che ci guadagno di più c'è la salute, con quasi 20 miliardi di cui una parte per rendere più moderni ospedali, più soldi anche per l'istruzione e ricerca e il turismo che arriva a 8 miliardi, maggiore attenzione anche alle politiche per il lavoro di giovani, donne e nel sud. Resta corposo il flusso di denari per le opere pubbliche, in primis l'alta velocità ferroviaria, perdono qualcosa i due pilastri del piano ambiente e digitale che comunque beneficieranno della maggior parte dei fondi, così come chiesto da Bruxelles, a cui toccherà approvare i singoli progetti che Roma non ha ancora definito.