Dalla Russia non arriva più gas in Italia. A darne notizia è Eni titolare dei contratti con Gazprom, il colosso energetico controllato dal Cremlino. Mosca dà la colpa all'Austria da dove transita il gas russo. Il motivo dell'interruzione, almeno ufficialmente, sarebbe di natura commerciale. Ma in attesa di capire se si tratta dell'ennesima ritorsione russa, il risultato non cambia; al punto di accesso del Tarvisio non entra un metro cubo di gas. Poco male dal punto di vista del fabbisogno energetico, già da un paio di mesi i flussi dalla Russia non superano il 10% del totale consumato in Italia, ampiamente compensato dagli arrivi dall'Algeria. La notizia del blocco dei flussi arriva mentre si inseguono le ricostruzioni sui sabotaggi al Nord Stream. Secondo la intelligence tedesca, la potenza delle esplosioni che hanno colpito i gasdotti corrisponde a 500 kg di tritolo, l'equivalente di una bomba aerea. A piazzare gli ordini, potrebbero essere stati i robot di manutenzione che operano all'interno dei gasdotti durante i lavori di riparazione. Un attacco sofisticato, quindi, che punta dritto verso Mosca. Anche in questo caso, comunque, nessun colpo al fabbisogno europeo di gas, dato che i flussi dal Nord Stream erano già azzerati da Settembre. E al Cremlino non sfugge sicuramente il fatto che, tra questo ed il prossimo inverno, l'Unione Europea si renderà del tutto indipendente da Gazprom. È pur vero però, che il vertice dei ministri UE dell'energia si è chiuso con un nulla di fatto; sul tetto al prezzo del gas, tutto rinviato al Consiglio Europeo di Praga. Rinvii che incoraggiano altre accelerazioni solitarie da parte degli Stati Membri. Dopo la mossa della Germania che ha annunciato un investimento di 200 miliardi per calmierare i prezzi, la presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, ha richiamato all'unità. Senza una risposta comune, rischiamo la frammentazione, ha detto. E nella nostra frammentazione, si insinua più facilmente la Russia.