Che succederà ai nostri mutui sei la BCE, nella riunione di inizio febbraio, alzerà ancora il costo del denaro, come sembra molto probabile, di mezzo punto percentuale? Prendiamo come esempio un contratto di taglio e durata medi, 126mila euro da restituire in 25 anni, tasso variabile stipulato a gennaio 2022. Si parte da un tasso molto basso, lo 0,67% in media, e la rata mensile è 456 euro. Com'è cambiata nel corso dello scorso anno? In sintesi, se nella prima parte dell'anno non è aumentata di molto, a giugno siamo ancora sotto l'1% di tasso di interesse, nella seconda metà ha subito tutti gli aumenti del costo del denaro decisi dalla BCE, che si trasmettono al tasso interbancario Euribor, usato come base di calcolo per i mutui variabili. A dicembre il tasso medio era già più che triplicato, arrivando sopra il 3%, con una rata mensile schizzata a oltre 600 euro. E per il 2023? Le previsioni per giugno, sui tassi BCE e quindi sull'Euribor, spingono ancora verso l'alto sia il tasso, al 4,65%, che la rata, oltre 700 euro. Insomma, in un anno e mezzo, da gennaio '22 a giugno '23, un aumento della rata mensile di oltre il 50%, ossia 100 euro di rata in più al mese, nei primi 6 mesi dell'anno, secondo le previsioni degli esperti raccolte da "Facile.it". E per i tassi fissi? A differenza dell'Euribor, molto sensibile ai tassi BCE, il tasso IRS usato per i mutui a tasso fisso, è più difficile da prevedere. Di certo, chi ne vuole sottoscrivere uno adesso, sta trovando in banca condizioni ben peggiori di un anno fa. Le migliori offerte partono dal 3,26%, 12 mesi fa si poteva trovare all'1% o poco più. Ciò vuol dire 137 euro in più al mese: se si considera l'intera durata del prestito, sono oltre 40mila euro in più di interessi.