Non è tanto la sforbiciata di ottobre della BCE, scontata ormai da tempo, che sta facendo scendere le rate dei mutui variabili, quanto piuttosto l'attesa di ulteriori discese dei tassi di interesse. La governatrice della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, su questo è stata piuttosto chiara, l'inflazione è prevista sotto l'obiettivo del 2% in modo duraturo, ha detto, nella seconda parte del prossimo anno. La lotta contro l'aumento dei prezzi è, cautele d'obbligo a parte, quasi vinta insomma, per cui la gran parte degli analisti si aspetta ulteriori tagli nei prossimi mesi. Ecco allora che le attese pesano ancor più delle decisioni fin qui già prese. Prendiamo un mutuo medio, di 126 mila euro da restituire in 25 anni, sottoscritto a inizio 2022, la rata mensile per i primi 2 anni ha sofferto forti aumenti legati alla politica della BCE di alzare i tassi. Da qualche mese è iniziata la fase di lenta discesa che dovrebbe proseguire anche per tutto il prossimo anno. Secondo le stime di Facile.it, la rata, che è scesa di 18 euro per effetto del taglio di ottobre, potrà arrivare a essere più bassa di 95 euro a fine 2025. Insomma circa 100 euro risparmiati su oltre 700 di rata. Per chi ha un mutuo a tasso fisso ovviamente non cambia nulla, ma chi vuole accenderne uno adesso, sta trovando sul mercato offerte sempre più vantaggiose. Si può arrivare fino al 2,5%, pochi mesi fa era difficile trovarne sotto il 4%. Insomma è una fase positiva per chi ha o sta per contrarre debiti. Dal lato dei creditori, invece, il rovescio della medaglia, coi tassi d'interesse più bassi, rendono sempre meno strumenti come ad esempio i conti deposito, da cui i risparmiatori contano di ricavare qualcosina. A ottobre si rileva un calo di 0,25% nella rimunerazione media dei conti vincolati, quelli dove ci si impegna a lasciare in banca la somma per un certo periodo. Più piccolo il calo dei non vincolati, -0,15%. E anche i titoli di Stato sono destinati a rendere sempre meno, per il sollievo, appunto, del debitore, le casse dello Stato.