C'era un tempo in cui il gas russo ha rappresentato il sogno della rinascita per Lubmin, piccolo villaggio tedesco di 2.000 abitanti sulla costa del Mar Baltico, prima che l'invasione russa dell'Ucraina lo trasformasse in un incubo. I gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 hanno illuso Lubmin di offrire un'alternativa al business turistico delle sue spiagge e un riscatto dopo aver dovuto sopportare per decenni la presenza, a pochi chilometri, della più grande centrale nucleare della vecchia DDR. L'inaugurazione del primo gasdotto, nel 2011, aveva significato lavoro, contratti per le aziende locali ed entrate fiscali per il comune. E il raddoppio dei tubi grazie al gemello Nord Stream 2, distante solo poche centinaia di metri, prometteva nuove fortune. Eppure il sogno del gas si è spezzato con l'invasione russa dell'Ucraina, rendendo il punto di arrivo di Nord Stream 2 uno scheletro di tubature vuote e costose. Il sindaco Axel Vogt, che non ha accettato di incontrarci, non ha potuto difendere l'indifendibile. Come aveva fatto l'anno scorso quando davanti alle telecamere aveva definito l'arresto del dissidente Aleksej Navalny che rischiava di bloccare il progetto, irrilevante perché distorto dai media occidentali che non avrebbero tenuto conto della versione del Cremlino. 22 febbraio 2022: è da quando il Governo tedesco ha bloccato il gasdotto Nord Stream 2 prima che diventasse operativo che Lubmin, questo villaggio di 2.000 abitanti sulla costa del Mar Baltico, si trova al centro del fronte della guerra energetica tra Russia e Unione Europea. E, insomma, gli abitanti non sono decisamente contenti di così tante attenzioni e di continuare a parlare di Nord Stream. Gli abitanti di Lubmin non amano parlare del loro sogno spezzato e solo dopo numerosi rifiuti troviamo qualcuno disposto a parlare con noi. Il gasdotto Nord Stream 1 si è risvegliato ed è tornato a funzionare dopo 10 giorni di manutenzione ma se l'UE davvero si sgancerà energeticamente dalla Russia il suo destino è segnato. E così il sogno di diventare la porta d'ingresso del gas russo in Europa.























