Rischia la multa chi rifiuta i pagamenti elettronici, per esempio chi viene ad aggiustarci il lavandino e non accetta la carta di credito. Se quindi il signor Rossi è costretto a dare in contanti i 100 euro che gli sono stati chiesti, l'idraulico potrebbe incappare in una sanzione da 34 euro calcolata così: 30 euro fissi e il resto pari al 4% del valore della transazione. Di conseguenza se la fattura è più alta aumenta anche la pena pecuniaria. Diventa dunque più concreto l'obbligo per chi ha un'attività commerciale o professionale di accettare i pagamenti elettronici. L'obbligo esiste da otto anni ma fino non andava a colpire le tasche di chi lo dribbla. L'Italia ha fatto progressi in tutto questo tempo, molti piu Pos, cioè dispositivi, nei bar, dal parrucchiere, dal falegname, nello studio dell'avvocato o del commercialista ma restano pochi rispetto al resto d'Europa i pagamenti di questo tipo. La multa scatterà se sarà respinto il bancomat o altri tipi di carte di debito, nonché quelle di credito o prepagate anche quando utilizzate con lo smartphone. Resterebbero fuori però alcune applicazioni che non utilizzano le tecnologie contactless più diffuse o il bonifico immediato, quello per trasferire denaro in tempo reale. I dubbi non finiscono qui perché non ci sarebbe sanzione per il nostro idraulico nel caso in cui non gli funzionasse il Pos per oggettivi problemi tecnici, come per esempio se mancasse il collegamento. Ma c'è di più, per far partire la multa dovrebbe attivarsi il cliente dopo, in pratica, aver presentato una denuncia. Insomma l'impatto di questa misura di lotta all'evasione potrebbe essere minimo. Dal canto loro gli esercenti ricordano che per i pagamenti elettronici versano alle banche commissioni che arrivano a superare il 2% del fatturato e che le agevolazioni, gli sconti fiscali al 100% su questi balzelli, per chi ha ricavi fino a 400.000 euro l'anno, saranno ridotte di due terzi.