Il peso del nostro debito pubblico rischia di aumentare. La previsione dell'OCSE pungola Palazzo Chigi: bisogna varare politiche per un duraturo aggiustamento di bilancio, si legge nell'ultimo rapporto sull'Italia, perché la crescita sta rallentando e c'è il rischio che il debito posso salire fino al 180% del PIL nel 2040. L'indicazione dell'organizzazione dei paesi più industrializzati implicherebbe una stretta alla spesa con tagli ai servizi per cittadini o maggiori tasse. La ricetta dell'Istituto tocca punti storicamente poco popolari nell'agenda politica italiana a partire dalle pensioni per le quali si suggerisce di eliminare gradualmente i sistemi di anticipo che abbassano l'età al di sotto dei 67 anni. Ma anche la riduzione degli assegni più alti tassando chi prende di più e ha una pensione non integralmente legata ai contributi versati. Sul lato dei risparmi si auspica che l'Italia sia più ambiziosa e riveda i bonus fiscali come lo sgravio per il coniuge a carico. Si raccomanda di limitare i regimi forfettari come la flat tax e tassare di più case ed eredità per alleggerire quelle sul lavoro. Per l'occupazione l'Istituto ricorda le basse percentuali di giovani e donne con un impiego e indica la necessità di ampliare l'accesso all'assegno di inclusione. L'OCSE ci sprona a contrastare con fermezza l'evasione anche stimolando i pagamenti digitali e abbassando il tetto all'uso dei contanti. Giudizio in chiaroscuro infine sul PNRR: la revisione voluta dal governo potrebbe accelerarne l'attuazione che coi ritardi registrati può frenare le riforme, a partire da quella della Giustizia, e la crescita economica.