L'esame parlamentare ha limato alcuni aspetti della manovra, ma i pilastri sono rimasti inalterati, a partire dall'importo totale: 32 miliardi di euro. La misura più importante, quella che ha condizionato l'intera manovra è il blocco dell'aumento dell'Iva. Il Governo ha dovuto mettere sul piatto 23 miliardi per evitare che dall'1 gennaio scattassero aumenti sui consumi, un conto da centinaia di euro a famiglia. Il problema si riproporrà. Sono, infatti, previste clausole con aumenti di Iva e accise per 20 miliardi nel 2021 e 27 miliardi nel 2022, a meno che non si trovino i soldi per evitarlo. Tre miliardi saranno destinati al taglio del Cuneo fiscale che dovrebbe rendere le buste paga dei lavoratori a medio-basso reddito un po' più pesanti. Si ridimensionano, invece, alcuni balzelli che avevano fatto molto discutere. La plastica tax, ad esempio, viene ridotta all'osso: l'anno prossimo invece di 1.100.000.000 darà un gettito di 140 milioni. Stesso discorso per la sugar tax, che slitta a ottobre, e la tassa sulle auto aziendali, quest'ultima viene praticamente azzerata. Non sono, invece, entrate nel testo due norme che hanno alimentato la polemica negli ultimi giorni: il via libera alla cannabis light e la cosiddetta Tobin tax che introduceva un mini prelievo su alcuni tipi di transazioni finanziarie online. La manovra, poi, mette nero su bianco i risparmi ulteriori su Quota 100. La misura che consente per tre anni in via sperimentale di andare in pensione prima rispetto all'età di legge è stata utilizzata da molta meno gente del previsto. Nei prossimi tre anni questo minor numero di richieste consentirà un risparmio di 3.800.000.000.