Un taglio alla produzione di petrolio di queste dimensioni non si era mai visto. Per sostenere i prezzi, crollati nell'ultimo mese e mezzo, il cartello dei Paesi produttori Opec plus, tra cui Arabia Saudita, Russia, Messico, ha tagliato la produzione di 9,7 milioni di barili al giorno. Si parte il Primo maggio fino alla fine di giugno. Da luglio fino alla fine dell'anno, sempre che la situazione non cambi, il taglio sarà inferiore. Inizialmente l'Opec plus aveva proposto un taglio di 10 milioni di barili al giorno, circa il 10% della produzione globale di greggio. Ma il Messico si è opposto. Taglierà 100 mila barili al giorno, non i 400 mila che gli erano stati richiesti. Tempi eccezionali richiedono misure eccezionali, scrivono gli analisti di materie prime di City. Il taglio, spiegano, avrà effetti nella seconda metà dell'anno e potrà sollevare i prezzi portandoli a ridosso dei 40-45 dollari al barile. La mossa darà sollievo all'industria energetica, aggiunge la società di esperti del settore, Rystad Energy. E' quello che deve aver pensato Trump, pesantemente coinvolto nelle trattative tra Arabia Saudita e Russia, che non si mettevano d'accordo sul taglio alla produzione. L'industria petrolifera americana sta soffrendo eccome per il crollo dei prezzi. Questo accordo, ha twittato il Presidente americano, salverà migliaia di posti di lavoro negli Stati Uniti. I gruppi produttori, però, stando agli esperti, continueranno a vivere una situazione difficile a causa delle infinite scorte. L'industria è ferma, gli aerei non volano, il greggio non aveva mai vissuto un'esperienza di questo genere. Vale la pena ricordare che Canada, Stati Uniti, Norvegia, non fanno parte dell'Opec. Il cartello dei Paesi produttori spera che anche loro taglino la produzione per sollevare i prezzi, ma al momento non vi è l'intenzione.