Taglio ai premi dei dirigenti pubblici che pagano in ritardo i fornitori. La circolare di inizio anno della Ragioneria dello Stato e del Dipartimento della Funzione Pubblica è chiara: l'Italia deve rispettare un impegno preso nel PNRR e azzerare gli storici ritardi con cui gli enti pubblici pagano le aziende private, perciò serve una svolta. L'obiettivo è che i debiti verso le imprese si saldino in 30 giorni, in 60 nella sanità. Era previsto dal PNRR già entro il 2023, ma l'arretrato era ed è talmente cospicuo che è stato impossibile rispettarlo ed è stato spostato al 2025. Ecco perché il '24 diventa anno decisivo. Per dare l'accelerata, nei contratti dei dirigenti che si occupano dei pagamenti e in quelli dei diretti superiori, andranno inseriti gli obiettivi per il rispetto dei tempi: chi sfora, e le verifiche saranno generalizzate non più a campione, si vedrà tagliato il premio di risultato di almeno il 30%. Uno stimolo per accelerare i tempi, perché il Governo rischia il doppio danno: di perdere i soldi del PNRR legati a questo obiettivo e di dover pagare una multa salata, in aumento per ogni giorno di ritardo, visto che l'Italia, a novembre, è stata deferita alla Corte di Giustizia Europea. La montagna di debiti della Pubblica Amministrazione è arrivata a quasi 50 miliardi: è il 2,6% del PIL. Siamo i peggiori in Europa. Solo tre ministeri su 15 sono in regola: Economia, Esteri e Agricoltura. Il più ritardatario proprio il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Tra gli enti locali, le problematiche maggiori sono soprattutto al Sud: Abruzzo e Molise sono le due regioni che accumulano in media i ritardi più pesanti. Tra i comuni spicca in negativo Napoli, con pagamenti effettivi alle aziende che in media arrivano anche 200 giorni oltre le scadenze.