Pensioni di domani, tra denatalità e bassa occupazione

08 feb 2022
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Al centro del cantiere pensioni, ci sono ancora infatti due questioni da risolvere: il futuro previdenziale dei giovani e la pensione in uscita, la flessibilità in uscita, per gli anziani. Sono i due poli opposti di un sistema come il nostro, che appunto, vede garantiti gli assegni, per chi si è ritirato a riposo, dai versamenti fatti dai lavoratori che in questo momento sono proprio in attività. Ora gli esperti di pensioni, si dicono che nei prossimi anni, sono due le questioni con cui dovremmo confrontarci: cioè una di carattere demografico, l'invecchiamento della popolazione e l'altro legato al mondo del lavoro, con il tasso di occupazione che nel nostro Paese è troppo basso. Ma partiamo dal primo punto, cioè l'Italia è un Paese che sta invecchiando. La popolazione over 65, nel 2050, sarà il 35%, rispetto al 23,2% che era nel 2020. In più, sempre al 2050, avremo per ogni giovane, ben tre anziani. Questo comporta che andrà a ridursi la classe in età lavorativa, che scenderà nel 2050, il 53,3%, rispetto al 63,8% che era nel 2020. E questo vuol dire che andrà appunto contraendosi la classe produttiva del nostro Paese, quella che sostiene il Welfare con le tasse e i contributi. Mentre, al contrario, andrà aumentando chi chiede una maggiore spesa, soprattutto assistenziale, di natura sanitaria e ovviamente, chiede di avere le pensioni pagate ogni mese. E andiamo ora al secondo punto, quello del mondo del lavoro. E lo vediamo chiaramente da questo cartello, come il tasso di occupazione nel nostro Paese è ultimo in Europa, siamo lontanissimi dall'80% della Germania, ben oltre 10 punti sotto la media Europea, fanalino di coda insieme alla Grecia e questo perché le persone che lavorano in Italia, sono davvero troppo poche. Sono circa 23 milioni, ma queste si devono portare sulle spalle, diciamo così, gli altri 37 milioni di cittadini, tra questi ci sono ovviamente i bambini, i pensionati, i malati, ma anche i cosiddetti inattivi, cioè persone che pur essendo in età lavorativa, non lavorano per una serie di motivi, ma anche purtroppo perché una occupazione proprio non riescono a trovarla. E allora tutto quello che abbiamo detto fino adesso, crea certamente uno squilibrio al nostro sistema pensionistico. Ma la soluzione sembra essere obbligata: se le pensioni si pagano con il lavoro, allora per garantire le pensioni del futuro, occorre creare lavoro con investimenti pubblici e privati.

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