La prima domanda che ci dobbiamo porre è se sono soldi freschi oppure no e poi capire anche quanto sono, cioè se effettivamente è un impegno che, insomma, per l'Italia ha un significato e soprattutto per i Paesi africani che li andranno a ricevere. Andiamo a rivedere le parole di Giorgia Meloni perché in questo discorso si va a vedere come i soldi stanziati, cinque miliardi e mezzo, non sono a fondo perduto ma si tratta di crediti, operazioni a dono e garanzie. Quindi poi staremo a vedere come si accorderanno con i Paesi africani che li riceveranno. Si tratta di soldi freschi? No, perché tre miliardi arrivano, come ha detto la Presidente del Consiglio, dal fondo clima che è già stato stanziato nel 2022 dal Governo Draghi e hanno durata di ciqnue anni, due miliardi e mezzo arrivano dai fondi vari per la cooperazione internazionale e questi vengono trovati di anno in anno nella legge di bilancio. Poi andremo a vedere quella del 2024. È un contributo all'altezza di una media potenza, qual è l'Italia, beh siamo andati a vedere l'esempio della Germania che nel novembre scorso ha organizzato un summit simile all'interno nel contesto del G20, in quell'occasione la Repubblica Federale Tedesca aveva stanziato quattro miliardi di euro entro il 2030, più o meno ci siamo tenendo però conto che i soldi italiani non sono aggiuntivi, poi magari la governance comunque aiuterà, è una governance più unitaria in qualche modo. Fondo italiano per il clima, cos'è? Siamo andati a vedere sul sito del Ministero dell'Ambiente, si propone di finanziare interventi a favore dei Paesi emergenti quindi per esempio i Paesi africani volti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati degli accordi internazionali sul clima, quindi appunto rinnovabili sostanzialmente non idrocarburi e in effetti nel discorso di Meloni non si sono citati petrolio e gas che però chiaramente sono al centro del business per esempio di Eni. Andiamo a vedere come fa l'Italia sui fondi per il clima, malino secondo la stessa Cassa Depositi e prestiti, vediamo che gli impegni annuali sono decisamente inferiori rispetto a Francia, Germania e Regno Unito, mentre per la cooperazione internazionale i soldi stanziati prima del Piano Mattei sono sei miliardi di cui già al 50% va all'Africa e questi numeri sono confermati anche con ciò che si ritrova nel piano Mattei.