In linea con l'Europa per le modifiche al Piano Nazionale di Ripresa, assicura il Governo che ricorda come ci sia tempo fino al 31 agosto per presentare correzioni al programma finanziato con oltre 190 miliardi di Fondi Comunitari. L'Italia ha la fetta più grande del Recovery Fund e questo porta il nostro paese ad avere inevitabilmente gli occhi puntati addosso. La sintonia con Bruxelles poi non cancella gli ostacoli lungo il percorso per cambiare volto al PNRR. Palazzo Chigi vuole modificare alcuni progetti perché non sarebbero più attuali, complice l'aumento dei costi per l'inflazione e la guerra in Ucraina. L'intenzione è di rimodulare l'utilizzo dei soldi puntando, possibilmente, a spostare oltre il 2026 l'impiego dei denari. Per fare tutto questo, serve capire esattamente a che punto siamo. Inizialmente, era il 30 aprile la data per presentare le modifiche. La relazione semestrale sull'attuazione del Piano attesa a giorni dovrebbe chiarire a che punto siamo. Finora, abbiamo ottenuto quasi 67 miliardi; i finanziamenti europei arrivano a rate, se si raggiungono gli obiettivi semestrali. La terza tranche da 19 miliardi, relativa ai traguardi da tagliare a fine 2022, avremmo dovuto incassarla mesi fa, ma Bruxelles ha mosso rilievi e il disco verde è atteso a breve. Lontani appaiono, invece, i 27 obiettivi da centrare entro giugno per avere la quarta rata da 16 miliardi. Tra i compiti a casa, c'è l'attuazione della Riforma della Giustizia, il codice per gli appalti e la Riforma del pubblico impiego. La spesa dei fondi procede a rilento, ci ha detto a più riprese la Corte dei Conti: per snellire le procedure, il Governo vuole ridurre i poteri di controllo in corso d'opera dei magistrati contabili, convinti invece di non essere d'ostacolo.