PNRR, siamo in ritardo. Non nei progetti da presentare tranche dopo tranche per ottenere i soldi del Recovery Plan ma proprio nello spenderli, nell'usarli. La relazione che la Corte dei Conti presenta in Parlamento ogni semestre viene anticipata dal Sole24ore ma è l'unico anticipo, per il resto sono quasi solo ritardi e non di poca entità. I Magistrati Contabili nelle loro 386 pagine escludono dal conteggio gli incentivi all'industria e all'edilizia, ossia i crediti di imposta per industria 4.0 e per i vari bonus, perché programmi nazionali solo in parte traslocati poi sui fondi del PNRR, ma soprattutto perché attivati su richiesta dei privati, quindi non rappresentativi della capacità di realizzare la spesa pubblica. Che resta bassissima in base ai dati emersi dal cervellone telematico della Ragioneria Generale dello Stato i miliardi spesi sono nel complesso circa 10 su 168, vale a dire il 6% del totale. Siamo più o meno a metà rispetto ai piani iniziali di spesa. I ritardi sono equamente distribuiti in tutte le principali missioni. Spicca in negativo la Sanità dove abbiamo speso quasi 0, meno di 80 milioni su 15 miliardi e mezzo e per trovare un settore sopra la media bisogna andare alla mobilità sostenibile perché "sostenuta" dagli appalti alle Ferrovie dello Stato. Del resto le società pubbliche hanno assorbito finora quasi il 40% dei denari. Per rimediare il programma prevede un impennata di spesa, riporta ancora il Sole24ore. Dai 20 miliardi all'anno dei primi tre anni, obbiettivo mai nemmeno avvicinato, al doppio, 40 miliardi quest'anno e poi a salire verso i 50 miliardi nel prossimo biennio. Al ritmo attuale numeri da fantascienza che portano il Governo in sede Europea a spingere per un ripensamento del piano e delle sue tempistiche.